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26.12.11

Lettere di un povero diavolo



Lettere di un povero diavolo. Carteggio (1903-1931)
Con altre testimonianze epistolari su Dino Campana (1903-1998)
a cura di Gabriel Cacho Millet


Un ritratto vivo e fedele del poeta e della nostra letteratura di primo Novecento

A coronamento di decenni di lavoro, uno dei più attenti e assidui studiosi di Dino Campana ne raccoglie tutti gli scambi epistolari – compresi alcuni inediti – con l’Aleramo, Boine, Cardarelli, Cecchi, Novaro, Papini, Prezzolini, Serra, Soffici e altri, restituendo un ritratto vivo e fedele del poeta e della nostra letteratura di primo Novecento. Nell’ampio corredo iconografico spicca una fotografia finora ignota che ritrae Campana fra i suoi monti.

“Ricostruire un carteggio è come edificare un tempio: pietra su pietra. È un’opera che richiede tempo e pazienza… Ian Gibson, il biografo di Federico García Lorca, scrive che non puoi mandare nessuno al posto tuo, perché ciò che potresti scoprire non sarebbe visto dall’altro come lo vedi tu. E quando trovi il pezzo che cercavi, la lettera che mancava, quella che ti permette di completare, almeno in parte, il tuo puzzle, è quasi un’estasi. E se così non fosse, non si continuerebbe a cercare: invece ogni giorno ci riserva un’avventura, piccola o grande che sia. Personalmente, ho finito per mettere Dino Campana nei miei sogni. E ciò da quando, nel lontano 1978, pubblicai con Vanni Scheiwiller Le mie lettere sono fatte per essere bruciate, primo carteggio del poeta di Marradi con gli uomini del suo tempo” (dal Prologo di Gabriel Cacho Millet).